venerdì 26 maggio 2017

Il nido abbandonato



Il nido abbandonato

La brezza odorosa
del mitico maggio
risveglia l’amore
dei nostri uccellini,
che senza timore
ci stanno vicini.
Si pensa alla prole
e un posto sicuro
è quel che ci vuole.

Scrutando dal cielo
i poggi ed i  piani,
l’allegra coppietta
nei rossi gerani
vi fonda l’alcova.
La nostra famiglia
in quel cortiletto
così scopre il nido
dal modo perfetto.

Nell’andirivieni,
battendo la coda,
gli amati inquilini
depongon le uova.
Ma poi osservando
la gente vicina
lasciando ogni cosa
per altre contrade
fan cronaca rosa.

La bella lezione
del mondo animale
rivela agli umani
che l’essere liberi
è ciò che più vale.
Se avessi l’evento
scoperto in passato
dal nostro paese
sarei io scappato.

Coi cari nipoti
dei figli lontani
darei la mia vita
battendo le mani.
Ascolta te stesso:
non sempre il consiglio
di padri e d’amici
ci rende la pace,
ci fa più felici.

I vari progetti
puoi sempre affrontare
e mai più d’alcuno
ti devi fidare.
Ricorda e rifletti:
son tutti venduti
per vili interessi,
nel fare del male
son sempre se stessi.

Ringrazio voi pàsseri,
cutréttole gaie
del nido lasciato!
Il mondo è perverso,
l’onesto è plagiato.
Se in pace tu a lungo
vuoi quindi restare.
rispetta la gente
ma non t’obbligare!
        Domenico Caruso

(Da un reale episodio di cronaca ho tratto delle considerazioni sulla vita)

mercoledì 10 maggio 2017

Feroleto della Chiesa



REGGIO CALABRIA
Il viaggio nella Piana porta a Feroleto della Chiesa

redazione - Il 10 maggio 2017

di Domenico Caruso

Un po’ di storia
 L’origine di Feroleto è forse dovuta ai Bruzi durante l’era cristiana, oppure ai profughi di Tauriana sfuggiti alle incursioni saracene. Il paese è così chiamato per distinguerlo da Feroleto Antico (CZ). Sorto come casale nel contado di Borrello ne seguì le vicende fino al 1197, quando il Feudo di Ferlito venne concesso dall’imperatore tedesco Enrico VI alla Chiesa Metropolitana di Messina (da cui l’aggiunta al nome).
 Il toponimo viene interpretato in modo diverso, ne esaminiamo due. Dal latino ferula: fero (porto) e leto (letizia), vale a dire luogo di gioia o porto letizia. Ciò è da attribuirsi alla rigogliosa vegetazione della zona, oppure alla posizione geografica, Per altri il significato sarebbe del tutto opposto (da Fero letum): “porto la morte”, essendo il paese in cima alla collina, ben protetto dagli assalti nemici. E’ nello stemma del centro catanzarese l’immagine del guerriero che recide una testa!
 Nel 1522 la città di Feroleto fu ceduta dall’Arcivescovo a Camillo Pignatelli. Venne distrutta dal sisma del 1638 e, dopo la ricostruzione, da quello del 1783.
 Le prime notizie di Plaesano (dal latino plaga-sana, luogo salubre) risalgono al 1284, quando il borgo venne escluso dalla baronia di Borrello. Fu, quindi, dei Caracciolo, degli Sforza, dei duchi di Monteleone, della Metropolitana di Messina, dei conti di Borrello.
 Dopo Il Flagello del 1783, con decreto del 1825 passò a Galatro e nel 1849 all’attuale Comune.
 L’economia di Feroleto si basa prevalentemente sull’agricoltura, la coltivazione dell’ulivo e quella degli agrumi.

Aspetti religiosi
 La Chiesa di S. Nicola (Matrice), con numerose statue che a turno vengono poste dietro l’altare marmoreo.  Il Santo (patrono) si festeggia il 6 dicembre.
Il Santuario di S. Biagio, nella frazione Plaesano è meta di molti pellegrini per le feste del 3 febbraio e della prima domenica di giugno. Secondo la tradizione, chi si reca a venerare S. Biagio in quei giorni e compie pregando, con il capo scoperto, tre giri della Chiesa verrà preservato dalle malattie intestinali.
 Altro rito è legato al sisma del 1783. I fedeli giungono con un coccio di tegola (’u stracu) e con questo toccano i piedi e il mantello del santo. L’oggetto diviene così una reliquia in grado di guarire la parte sofferente del corpo con cui viene a contatto.
 Altre feste: Madonna del Carmine (ultima domenica di luglio); S. Rocco (ultima domenica di agosto); l’Affrontata (domenica di Pasqua).

Personaggi principali
1 - Biagio Cristoforo (1915-1981), scrittore e poeta. 2 - Antonio De Marco (n. 1926), scrittore, poeta, pittore e giornalista. Strenuo difensore dei diritti della Calabria. 3 - Domenico Russo (n. 1918), socio e fondatore di cooperative agrarie di Rosarno e, per diversi anni presidente della Reggina Calcio.

Curiosità
 Si narra che Papa Silvestro, per sottrarsi alla persecuzione di Costantino, si rifugiò nella Chiesa di S. Nicola dove venne accolto benevolmente dalla gente. Pertanto, investì il luogo sacro del diritto di grazia. I pentiti che toccavano i muri dell’edificio si rendevano immuni dai rigori della legge.

http://approdonews.it/giornale/?p=260636