REGGIO
CALABRIA
Il viaggio nella Piana porta a
Feroleto della Chiesa
di Domenico Caruso
Un po’ di storia
L’origine di Feroleto è forse dovuta ai Bruzi durante l’era cristiana, oppure ai
profughi di Tauriana sfuggiti alle incursioni saracene. Il paese è così
chiamato per distinguerlo da Feroleto Antico (CZ). Sorto come casale nel
contado di Borrello ne seguì le vicende fino al 1197, quando il Feudo di Ferlito venne concesso
dall’imperatore tedesco Enrico VI alla Chiesa Metropolitana di Messina (da cui
l’aggiunta al nome).
Il toponimo viene interpretato in modo
diverso, ne esaminiamo due. Dal latino ferula:
fero (porto) e leto (letizia), vale a dire luogo di gioia o porto letizia. Ciò è
da attribuirsi alla rigogliosa vegetazione della zona, oppure alla posizione
geografica, Per altri il significato
sarebbe del tutto opposto (da Fero letum):
“porto la morte”, essendo il paese in cima alla collina, ben protetto dagli
assalti nemici. E’ nello stemma del centro catanzarese l’immagine del guerriero
che recide una testa!
Nel 1522 la città di Feroleto fu ceduta
dall’Arcivescovo a Camillo Pignatelli. Venne distrutta dal sisma del 1638 e,
dopo la ricostruzione, da quello del 1783.
Le prime notizie di Plaesano (dal latino plaga-sana, luogo salubre) risalgono al
1284, quando il borgo venne escluso dalla baronia di Borrello. Fu, quindi, dei
Caracciolo, degli Sforza, dei duchi di Monteleone, della Metropolitana di
Messina, dei conti di Borrello.
Dopo Il
Flagello del 1783, con decreto del 1825 passò a Galatro e nel 1849
all’attuale Comune.
L’economia di Feroleto si basa prevalentemente
sull’agricoltura, la coltivazione dell’ulivo e quella degli agrumi.
Aspetti religiosi
La Chiesa
di S. Nicola (Matrice), con numerose statue che a turno vengono poste
dietro l’altare marmoreo. Il Santo
(patrono) si festeggia il 6 dicembre.
Il Santuario di S. Biagio, nella frazione Plaesano è meta di molti
pellegrini per le feste del 3 febbraio e della prima domenica di giugno. Secondo la tradizione, chi si
reca a venerare S. Biagio in quei giorni e compie pregando, con il capo
scoperto, tre giri della Chiesa verrà preservato dalle malattie intestinali.
Altro rito è legato al sisma del 1783. I
fedeli giungono con un coccio di tegola (’u
stracu) e con questo toccano i piedi e il mantello del santo. L’oggetto
diviene così una reliquia in grado di guarire la parte sofferente del corpo con
cui viene a contatto.
Altre feste: Madonna del Carmine (ultima domenica di luglio); S. Rocco (ultima domenica di agosto); l’Affrontata (domenica di Pasqua).
Personaggi principali
1 - Biagio Cristoforo
(1915-1981), scrittore e poeta. 2 - Antonio De Marco (n. 1926), scrittore,
poeta, pittore e giornalista. Strenuo difensore dei diritti della Calabria. 3 -
Domenico Russo (n. 1918), socio e fondatore di cooperative agrarie di Rosarno
e, per diversi anni presidente della Reggina Calcio.
Curiosità
Si narra che Papa Silvestro, per sottrarsi
alla persecuzione di Costantino, si rifugiò nella Chiesa di S. Nicola dove
venne accolto benevolmente dalla gente. Pertanto, investì il luogo sacro del
diritto di grazia. I pentiti che toccavano i muri dell’edificio si rendevano
immuni dai rigori della legge.
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