domenica 31 agosto 2014

Maria SS. della Montagna



Il “Miracolo” di Maria SS. della Montagna di Taurianova

La Santa Vergine occupa un ruolo di prim'ordine nella pietà popolare calabrese.
Nel Comune di Taurianova (R.C.), sotto diversi titoli, è presente o è Patrona sia al Centro che nelle Frazioni: “Maria SS. della Montagna” a Radicena, la “Madonna del Carmine” a Jatrinoli, la “Colomba” a S. Martino e l' “Immacolata” ad Amato.
Con regio decreto del 1928 dall’unione dei Comuni di Radicena e di Jatrinoli nacque quello attuale di Taurianova.
Per quanto ci riguarda più da vicino, molto suggestiva è la storia relativa a “Maria SS. della Montagna”.
Ordinata da un certo Don Vincenzo Sofia - benestante del luogo - per sciogliere un voto, l'effigie venne scolpita nel 1787 da Michele Salerno di Serra San Bruno con bottega a Napoli.
Sistemata - quindi - dentro una cassa sopra un bastimento in partenza per Gioia Tauro, nel golfo di Salerno fu colta da una violenta tempesta.
Vani furono i tentativi dei marinai, ignari del prezioso contenuto, di sbarazzarsi del carico per alleggerire la nave ed evitare di andare a fondo.
Nel contempo un marinaio scorgeva, alta sul ponte, una signora con le braccia alzate nell'atto di placare gli elementi.
Poco dopo, come per incanto, le onde cessarono e arrivati a Gioia Tauro, dove il Sofia l'attendeva, la cassa fu aperta. Incredibile ma vero, quel marinaio riconobbe nella statua della Madonna la signora intravista sul ponte.
Fu così che i Radicenesi sentirono la necessità di sostituire la miracolosa immagine con quella più antica offerta e importata da Capistrano nel 1763 dall'Arciprete Don Domenico Antonio Zerbi.
La Chiesa parrocchiale già sotto il protettorato di S. Maria Ambasiade e poi sotto quello di S. Maria delle Grazie, aveva finalmente la nuova Patrona.
Si giunse così alla sera del 9 settembre 1894 allorquando un certo Ambrogio Incarnato, negoziante napoletano, sul finire della festa, nel contemplare in chiesa il volto della sacra immagine, si accorse che gli occhi di Maria si muovevano con singolare vivacità. Impressionato del fenomeno, richiamò l'attenzione degli astanti i quali gridarono subito al miracolo.
La Madonna, che continuava a muovere le divine pupille, fu portata quindi in solenne processione per le vie cittadine. Ma le sorprese non erano finite e un nuovo prodigio si rivelava ai fedeli: in mezzo alla luna alta nel cielo era apparsa - visibilmente a tutti - una grande croce luminosa, come accadde a Costantino prima della battaglia sul Ponte Milvio.
Così Francesco Sofia Alessio (1873-1943), poeta e umanista di fama mondiale, testimone del tempo, descrisse l'evento:
Ecco nel ciel risplendere
misteriosa Croce,
nei rai di luna argentea
quasi di Dio la voce,
che grida ai volti pavidi:
"Perdon prometto e pace,
l'ira divina tace,
levate ogni timor".
Era un segno eloquente della protezione divina dai disastri tellurici che da lì a poco, alle ore 20 del 16 novembre, si sarebbero verificati. La città, contrariamente a quanto accadeva nei paesi vicini, non riportava vittime.
Il popolo volle ricordare quel prodigio con un canto, definito appunto “Il Miracolo”.
La memoria di quegli eventi è rimasta viva nel cuore dei taurianovesi e ogni anno, dal 7 al 9 settembre, migliaia di devoti ringraziano la Santa Vergine per le grazie ricevute.

N.B. - Il servizio è stato pubblicato, con qualche omissione, sul settimanale “Miracoli” - Anno II - n. 35 del 6 settembre 2014 - pag. 22.

Papa Leone II



Scritto da redazione online - Giovedì 03 Luglio 2014 18:11
Ricorrenza di Papa Leone II
Editoriale di Domenico Caruso
Nella giornata odierna ricorre la memoria liturgica di San Leone II, papa: «... uomo versato tanto nella lingua greca quanto in quella latina, amante della povertà e dei poveri», come si legge nel "Martirologio Romano", che «accolse le decisioni del III Concilio di Costantinopoli».
Di lui l'Enciclopedia Cattolica (http://it.cathopedia.org/wiki/Papa_Leone_II) riferisce che, secondo le nostre fonti (www.brutium.info) era calabrese di nascita, figlio di Paolo Manejo (medico di grande fama) e che successe ad Agatone.
A proposito il Barrio, «Antichità e luoghi della Calabria» (Roma, 1737), riporta una nota di Tommaso Aceti (pag. 335) che afferma: «Leone il giovane. Cioè Leone II, che successe ad Agatone... nato nella "Valle dei Salini", comunemente "Piana di San Martino" (il nostro S. Martino).
Durante il suo Pontificato (17/08/682 - 03/07/683) venne stabilita per editto imperiale la dipendenza della sede di Ravenna da quella di Roma.
Introdusse nella celebrazione della Messa il bacio della pace.
C'è chi ritiene che Papa Leone II fosse nato in Sicilia, ma un'antica via del nostro paese (S. Martino), adiacente alla centralissima Strada provinciale (via Garibaldi) è dedicata proprio a "san Leone". I nostri avi erano uomini eruditi e sapevano dare il giusto merito alle persone!
Quando fu eretta la nuova Basilica di S. Pietro le reliquie di Leone II, assieme a quelle di altri Papi, furono sistemate sotto l'altare di S. Maria de Columna.
La storia registra la condanna che Leone fece di papa Onorio I, per la sua posizione nella controversia monotelita, come favoreggiatore dell'eresia.
Aver avuto (con molta probabilità) un Pontefice che, nel suo breve tempo, rese un notevole contributo alla Chiesa Cattolica ci onora nel mondo.
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